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"Qui giacciono i corpi
di Ho e Hi, Da allora ci sono giunte diverse centinaia
di descrizioni di eventi simili, più o meno dettagliate e precise.
Queste registrazioni storiche hanno oggi un qualche valore scientifico
o le consideriamo solo per il loro valore di testimonianza? |
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Innanzi tutto le eclissi costituiscono uno dei pochi metodi di datazione certa degli avvenimenti che ad esse sono collegati; anzi, in molti casi la datazione delle eclissi ha anche permesso di ricostruire lo schema del calendario di antiche civiltà, rivelandosi preziosissima per gli storici. Gli odierni strumenti di calcolo ci permettono, infatti, di trovare con approssimazioni più che buone date e circostanze (luoghi e tempi di visibilità) di eclissi di Sole avvenute migliaia di anni fa. Ad esempio, nelle Storie di Erodoto (I,74) troviamo questo passo:
Ora, da altre fonti sappiamo che il periodo
di cui si parla è collocabile intorno alla prima metà del
VI secolo a.C. Con un po' di calcoli e utilizzando qualche programma specializzato,
troviamo una quarantina di eclissi di Sole totali o quasi totali, visibili
in quel secolo dall'emisfero Nord. |
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Un bell'esempio di discussione sulla datazione di eclissi descritte nell'antichità
è l'articolo di F.R. Stephenson and L.J. Fatoohi, astronomi dell'Università
di Durham, Gran Bretagna, sull'eclissi totale di Sole descritta da Plutarco
nel suo dialogo "Sulla faccia della Luna" (http://www.dur.ac.uk/Classics/histos/1998/stephenson.html).
A saper ben leggere ci sono altre informazioni utili che è possibile trarre da ricerche di questo tipo. Facciamo un altro esempio. Lo storico Diodoro Siculo, vissuto nel I sec. a.C., racconta nella sua Biblioteca Storica la fuga di Agatocle, tiranno di Siracusa che rompe l'assedio delle navi nemiche al porto.
Qualche giorno dopo essi approdavano nei pressi di Cartagine.
Ora, gli storici si sono chiesti se la rotta seguita da Agatocle fosse
verso il nord o verso il sud della Sicilia. Ebbene, la fascia di totalità
dell'eclissi passa a nord dell'isola; se il riferimento di Diodoro al
"buio più fitto" è affidabile - e non abbiamo ragione
di ritenere il contrario, vista anche la generale precisione dello storico
- possiamo dedurre che il tiranno fece rotta verso nord e attraversò
lo stretto di Messina, costeggiò la sponda settentrionale dell'isola
e poi fece rotta verso la costa nordafricana. |
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Rodolfo Baggio
- 1999