Hong Kong
I cinesi sono tanti e dappertutto… La città è pulita, niente carte per terra, cestini con posacenere a ogni angolo di strada. ci sono perfino cessi pubblici, una sorpresa per un milanese. Di solito in areette attrezzate per il riposo: sedili, panchine e ombra. Spesso tavolini e gente che gioca a dama, con relativo capannello di commentatori e suggeritori. Comunque sono posti utili e importanti visto che ci sono 35 gradi e un'umidità che, a sensazione, supera il 200%, assolutamente terribile. Negozi e centri commerciali sono supercondizionati. Ogni tanto ci si ferma davanti a vetrine improbabili solo per sentire la corrente di aria fresca che esce e respirare un po’ meglio. I semafori hanno tutti un cicalino per i pedoni, diversi suoni per il rosso e il verde. Una meraviglia in incroci con diversi semafori che scattano in momenti diversi… dopo un po’ non se ne può più.
I contrasti sono abbastanza evidenti: vecchi edifici e grattacieli nuovissimi, comunque palazzi altissimi, anche quelli vecchi, qui lo spazio è un problema, e so che le case sono particolarmente care. Vecchi e nuovo dovunque, nuovissimi autobus e tramvaini che paiono centenari, coloratissimi .Visto due quartieri: il central district (sull’isola di Hong Kong) e Kowloon. Il primo (CD) sembra più elegantino e ricco. L’altro decisamente più popolare e “cinese”. In Kowloon ci sono decine di mercatini, intere strade, chiuse al traffico, con milioni di bancarelle e negozi che vendono di tutto. E’ come prendere uno dei nostri negozietti di paccottiglia cinese, moltiplicarlo per 10.000 e metterne 3 milioni per metro quadro. Alcuni negozietti decisamente curiosi (uno tutto sul mah jong), vanno in gruppi: vestiti, poi erbe e medicine cinesi, poi cibi e spezie, poi casalinghi…
Dicono che tutti parlano inglese, ma non è del tutto vero. La maggioranza lo parla con un terribile accento, si capisce poco, e soprattutto loro capiscono poco. Moltissime insegne e cartelli sono solo in cinese, soprattutto quelli di ristoranti e posti simili. Comunque sono tutti gentilissimi. In metrò sono caproni come in molti altri posti. A volte per uscire dal vagone bisogna spintonare e farsi largo tra quelli che entrano di botto appena si apre la porta. Il metrò ha una parete di vetro con porte che separa la banchina dai treni, le porte si aprono in corrispondenza di quelle del treno, non capisco a cosa serva, forse però così hanno eliminato i suicidi… Il biglietto serve per uscire, senza si resta dentro. A Central Station ci sono alcune postazioni internet gratis (15 minuti di tempo una volta fatto logon).
I prezzi sembrano in genere abbastanza abbordabili (biglietto metrò = 11 HK$ = 1.2 €), alcuni decisamente bassi, ma per un milanese tutto pare economico. I bar (caffè panini ecc.) sono cari come da noi (circa 5 € per panino e caffè). Anche in molti bar, soprattutto nei centri commerciali, ci sono postazioni internet gratis o connessioni wireless. Gli shopping center sono come dovunque, i soliti negozi: Zara, McDonald, Starbucks, ecc. Evviva la globalizzazione. In quello di Central Station, forse il più raffinato ed elegante di HK, c’era uno stand di prodotti tipici francesi. Carino, elegante, con tavole apparecchiate, vetrine con riproduzioni in scala di vigneti e cantine (con tutte le attrezzature), ecc. Un paio di individui tenevano un briefing allo stand dei vini d’Alsazia. Ma invece di parlare di vino parlavano di acqua minerale: Vittel, Perrier e simili. Incredibile, anche se in cinese (capito ovviamente nulla) hanno spiegato per ore tutto sull’acqua, sulle sorgenti, sul filtraggio, la conservazione ecc. con tanto di cartelloni e schemi (per fortuna questi in inglese, se no non capivo nulla).
L’aeroporto è abbastanza nuovo e ben organizzato, neanche tanto affollato. Anche qyui postazioni internet gratuite e, meraviglia, ma non tanto, apposite aree chiuse e condizionate (aspiratori potenti e filtri) per i fumatori. Posto civile.
Ah, ultima chicca: il negozio di specialità cantonesi ha un’intera parete dell’ingresso tappezzata di Ferrero Rocher!
Luglio 2005
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