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Le civiltà antiche

La storia dell'astronomia comincia per noi con le civiltà egizia e mesopotamica (circa 4000 anni fa). I testi giunti fino a noi ci hanno tramandato le loro osservazioni, le loro credenze i loro sistemi di calcolo.

Tutta l'astronomia antica è permeata di misticismo e di trascendentalismo. I Babilonesi, ad esempio, ci hanno lasciato osservazioni di grande precisione e un apparato di calcolo estremamente raffinato per prevedere la posizione in cielo di stelle che pure consideravano "dei della notte". Ma soprattutto ci hanno lasciato le costellazioni, cioè un sistema di designazione dei gruppi di stelle, che costituisce la loro eredità più importante per le tecniche di rappresentazione del cielo utilizzate.

D'altra parte, l'esigenza di fare ordine nella volta celeste è sempre stata molto forte. Perciò, osservatori antichi e moderni hanno sentito il bisogno di dare nomi a stelle, oggetti e configurazioni di oggetti presenti lassù.

I primi astronomi raggrupparono le stelle in figure per meglio identificarle e per descrivere regioni di cielo. Verso il 2000 a.C. Babilonesi ed Egizi avevano chiamato gruppi di stelle con nomi di animali o di personaggi mitologici. Non c'è niente di oggettivo nella designazione delle costellazioni. Popoli e culture diverse hanno rappresentato in modo diverso le stesse configurazioni di stelle e la somiglianza con animali o personaggi è ininfluente: l'unico scopo era quello di riconoscere in maniera univoca una determinata zona di cielo.

Nonostante la complessità e la sofisticazione delle loro teorie astronomiche, Egizi e Babilonesi non riuscirono a mettere a punto modelli in grado di spiegare tutti i movimenti degli astri. I loro algoritmi avevano un carattere eminentemente pratico: servivano a prevedere fenomeni importanti per la vita civile, sociale e religiosa come eclissi, congiunzioni di astri, apparizioni o scomparse di corpi celesti, definizione di calendari, alternarsi di stagioni.

L'anno egizio, ad esempio, iniziava con la levata eliaca di Sirio (Sothis), e alcune registrazioni di date civili della levata eliaca di Sirio ci hanno permesso di ricostruire la complessa cronologia di quella civiltà.

I Babilonesi avevano sviluppato sofisticati metodi per calcolare le congiunzioni di Sole e Luna che segnavano l'inizio di un mese lunare, ma non avevano idea di che cosa provocasse le fasi del nostro satellite.

Il primo approccio razionale e con pretese di esaustività comincia con i filosofi greci del V secolo a.C. All'epoca di Platone e di Aristotele si era formata la convinzione che i moti celesti fossero circolari intorno ad una Terra sferica.

Eudosso di Cnido (400 - 350 a.C.), contemporaneo di Platone, propose un modello di sfere concentriche (27 per la precisione) che ruotavano intorno alla Terra a distanze fisse e che contenevano pianeti e stelle. La sfera più esterna era quella delle cosiddette stelle fisse e compiva una rotazione completa in 24 ore; su di essa erano attaccati piccoli corpi luminosi, le stelle. Il modello ebbe successo, fu raffinato varie volte e adottato da Aristotele.

Nello stesso periodo i matematici greci avevano sviluppato la geometria sferica e dei sistemi di coordinate basati su riferimenti orizzontali e verticali che usiamo ancor oggi. Grazie a queste tecniche, astronomi e cartografi furono in grado di effettuare la misurazione e la rappresentazione grafica del cielo e dei suoi oggetti, e di costruire gli strumenti necessari per la loro osservazione (sfere armillari, globi celesti, astrolabi).

Oggi sappiamo che le stelle non sono fissate su una sfera; eppure, per l'osservazione e la costruzione di carte e di atlanti, ci comportiamo come se lo fossero.

Eudosso descrisse anche molte costellazioni e zone di cielo, ricorrendo a nomi e figure che usiamo tuttora. Alcune di esse erano di derivazione babilonese (come lo Scorpione, il Leone, il Toro) altre, invece, avevano origine dai personaggi della mitologia greca (Perseo, Andromeda, Ercole…).

La prima rappresentazione delle costellazioni classiche è giunta fino a noi sul cosiddetto "Atlante Farnese". Scolpita nel II secolo a.C., rappresenta Atlante che porta sulle spalle un globo sul quale sono raffigurate, con figure mitologiche, le costellazioni a quel tempo note.


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R. Baggio - Last update: November 2001

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