"Agli inizi
del '900 un giovane matematico, Bertrand Russell, mise in crisi i fondamenti
della matematica, proponendo un paradosso che si può esprimere in questi
termini.
In un villaggio c'è solo un barbiere che fa la barba
unicamente agli uomini che non si radono da soli. Egli stesso è però un
uomo ben sbarbato. Chi fa la barba al barbiere?
Un secolo
dopo, il web pone un'altra questione paradossale:
Il web è uno strumento di promozione e vendita di prodotti e servizi,
ma il web stesso è un "prodotto" che va realizzato e promosso in maniera
efficace. Come si fa?"
"Il paradosso del ragno", di Rodolfo Baggio e Andrea
Covini, Franco Angeli Edizioni, 2001.
Di libri sulla rete
ne sono usciti e ne escono tanti negli ultimi anni. Quello che vi segnaliamo
è uscito nei primi mesi del 2001 e ha la particolarità di offrire una
lettura del fenomeno Internet da parte di due autori che lavorano nella
progettazione e realizzazione di siti web e nella formazione universitaria
e aziendale.
Una specie di "discorso
sul metodo" (non a caso si cita Descartes), costruito sul buon senso e
sull'esperienza diretta, con un linguaggio comprensibile a tutti, che
va direttamente ai nodi della questione.
Rivolto principalmente
agli operatori di aziende, enti e organizzazioni che vogliono studiare
una strategia efficace di comunicazione tramite la presenza in rete, il
libro è in realtà adatto a tutti coloro che sono interessati a capire
questo fenomeno che sta rivoluzionando il sistema dei media.
Con un sapiente dosaggio
di teoria e pratica, nei 12 capitoli in cui è suddiviso il libro si fornisce
una panoramica italiana e europea di quello che è oggi Internet e di quello
che si prospetta per il futuro, per affrontare poi problemi più specifici,
dalla progettazione di un sito agli strumenti di indagine, dalla realizzazione
tecnica alla promozione.
Vi proponiamo qui
di seguito due brani tratti rispettivamente dall'Introduzione e dal Terzo
Capitolo.
Segue |
"Il buon senso è
fra le cose del mondo quella più equamente distribuita, giacché
ognuno pensa di esserne così ben dotato, che perfino quelli che sono più difficili
da soddisfare riguardo a ogni altro bene non sogliono desiderarne più
di quanto ne abbiano.
E in questo non è verosimile che tutti si sbaglino; è la prova, piuttosto,
che il potere di ben giudicare e di distinguere il vero dal falso, che
è propriamente quel che si dice buon senso o ragione, è per natura uguale
in tutti gli uomini; e quindi che la diversità delle nostre opinioni non
dipende dal fatto che alcuni siano più ragionevoli di altri, ma soltanto
da questo, che facciamo andare i nostri pensieri per strade diverse e
non prestiamo attenzione alle stesse cose.
Perché non basta avere buono l'ingegno; la cosa principale è usarlo bene".
René Descartes, Discorso sul metodo, 1637
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